domenica 3 gennaio 2016

Ogni cosa può essere scomposta?

Ogni cosa può essere scomposta? Il titolo del blog non è un caso. In questo semestre ho deciso di esaminare questo aspetto anche tramite ricerche approfondite in più portali.
La scomponibilità è un concetto classico; deriva dal verbo latino dissolvo,is. Si tratta della possibilità di suddivisione di un complesso organico e unitario implicante la separazione o la distinzione delle parti e degli elementi costitutivi. Assume accezioni differenti e più specifiche in diversi ambiti tra cui le scienze, i metodi matematici o semplicemente la definizione di lemmi collegati da un semplice alfabeto o da una lingua straniera.

Ma la scomponibilità è molto di più; è arte, poesia, è letteratura, anche classica come abbiamo potuto constatare nell’Iliade. È una favola che può unire i più piccoli, un gioco semplice di ragionamento come il puzzle Ravensburger o anche un vero e proprio cartone animato/film d’animazione come ToyStoryÈ inoltre un oggetto del passato.


La nostra stessa alimentazione è basata sulla scomponibilità, basti pensare alla cipolla, alimento fondamentale che non manca mai nelle nostre fortunate tavole. Una ricetta gustosa ma allo stesso tempo semplice e mediterranea come il pesce alla brace. Anche gli strumenti che usiamo per cucinare come il robot da cucina, adatto a sminuzzare ogni singolo elemento da noi usato nelle pietanze, fanno parte di questa grande immagine (di cui Moulinex detiene il brevetto).

È un principio talmente vario che talvolta diventa pure una battaglia di civiltà; il compositore Jacopo Ratini la narra ne “La raccolta differenziata”.

Ogni cosa che noi leggiamo è scomponibile, come evidenziato da un libro di natura scomposta o da un articolo di rivista oppure dal mio stesso blog.

Bensì è una tecnologia che si evolve, che si espone al mondo intero, che noi uomini pretendiamo per una vita più comoda. Ed essa stessa si può scomporre, come Francis Scott Fitzgerald lo attua narrando le gesta di Benjamin Button nel suo “curioso caso”.

Per cui ogni cosa è scomponibile? La risposta è no. Una cosa sicuramente non lo è, la fine, segnata per questo blog da questo ultimo punto che digiterò all’incirca tra due secondi.


Francesco Frau 

L'oggetto scomponibile.. del passato


Quello che potete osservare nella foto è un oggetto a me molto caro ma che fa parte del passato. Si tratta di un modellino di automobile stile anni '40. Esso, come potrete notare, si può scomporre in più pezzi. Per vederlo dal vivo c'è solo un modo: venire alla lezione del 14/01 di Storia delle Cose!

Sitografia

Tanti portali mi hanno aiutato in questa semestrale ricerca tra cui:

  • Travelnostop.com
  • Emancipazione per la poesia
  • Google translate
  • Moulinex.it
  • Wikipedia.org
  • Corriere della sera
  • Corriere della vela
  • Treccani.it
  • Robertocomelli.it
  • Feltrinelli.it
  • Giallozafferano.it

sabato 2 gennaio 2016

La letteratura greca invade il blog: la scomponibilità dentro l'Iliade

Il vide, il riconobbe da corsier veloci strascinato davanti alla cittade verso le navi indegnamente. Oscura notte i rai le coperse, ed ella cadde all'indietro svenuta. Si scomposero i leggiadri del capo adornamenti e nastri e bende e l'intrecciata mitra e la rete ed il vel che dielle in dono l'aurea Venere il dì che dalle case d'Eezïòne Ettòr la si condusse di molti doni nuzïali ornata.
Questo è il passo scelto per descrivere la scomponibilità all'interno dell'Iliade di Omero, con traduzione di Vincenzo Monti. Ettore, eroe dei Troiani, viene ucciso da Achille, altro protagonista del poema ma eroe degli Achei. Consapevole del suo destino, Andromaca ha più volte spronato il marito, ormai deceduto, a non andare incontro alla morte. Il passo descrive tutto il suo dolore (tantochè sviene) durante l'oltraggio del corpo di Ettore da parte di Achille e degli Achei. E qui si fa riferimento agli ornamenti del capo che dal dolore si scompongono.


Qui il link per leggere tutto il ventiduesimo libro da dove è stato estratto il passo: https://it.wikisource.org/wiki/Iliade/Libro_XXII, probabilmente il passo più commovente e struggente dell'intero poema epico.